mercoledì 12 novembre 2014

Matematica e gioco d'azzardo

Ebbene, sono diventato enciclopedico ho scritto, assieme a Spartaco Mencaroni — medico e personaggio più serio del sottoscritto — un e-book dal titolo Matematica e gioco d'azzardo.

L'intento è serio: abbiamo raccontato cosa succede in chi si fa prendere così tanto dal gioco da perdere la testa e trasformare il divertimento in malattia.

La matematica ci fa capire dove siano nascosti gli inganni che ci fanno credere di poter vincere anche quando le probabilità sono nettamente contro di noi. Perché, come diceva un saggio, non esistono cose come i pasti gratis, e nessun ente che gestisce il gioco d'azzardo ha mai proposto una scommessa equa.


Il libro fa parte della collana Altramatematica di 40k unofficial, e costa 1.99 euro. Guardatelo, via.

15 commenti:

Panzer ha detto...

comunque esiste un metodo sicuro per vincere al superenalotto: non giocarci...

zar ha detto...

Naturalmente...

Labadal ha detto...

Siccome sono inioranto in materia kindle, chiedo: e' possibile comprarlo e leggerlo su un pc o su un tablet che non sia quello di amazon?

zar ha detto...

Sì, esiste il programma di lettura per ebook amazon che funziona su pc, oppure si può comprare su bookrepublic in formato epub (e poi comunque serve un programma per pc per leggerlo).

marco panino ha detto...

Aggiungo: è possibile fruire del contenuto su un dispositivo a fibre di cellulosa?

zar ha detto...

Eh, purtroppo no...

marco panino ha detto...

...mattonelle di creta?...

vabbé, vorrà dire che mi comprerò qualcosa inventato in questo millennio.
:-)

zar ha detto...

molte grazie :-)

Apotema ha detto...

non penso che la malattia del gioco d'azzardo sia legata in alcun modo a una mancata conoscenza del calcolo delle probabilità...

zar ha detto...

Forse la mancata conoscenza del calcolo della probabilità può creare l'inganno in cui poi cade chi si ammala. Per esempio, tutti quelli che giocano al raddoppio sui numeri ritardatari non sanno che è inutile scegliere proprio quei numeri.

prof. Apotema ha detto...

Dubito che esistano molte persone tra i "malati" di gioco d'azzardo che giocano al raddoppio! Un mio insegnante (ingegnere coi fiocchi) si rovinò col gioco d'azzardo. E non penso per ignoranza. Come il mio medico di famiglia di quando ero giovane, fumatore accanito come tanti altri medici (allora si poteva fumare persino all'ospedale), che morì di tumore. Nella mia scuola anni fa ci fu un progetto legato all'educazione stradale che tentava di fare leva sulle leggi della fisica e che ho sempre trovato ridicolo. Si basava sulla convinzione che dimostrare col calcolo che andare a una certa velocità ci si poteva sfracellare potesse dissuadere i giovani dal correre sulla strada. Come se ci fosse bisogno di Newton per saperlo! Avrebbero fatto meglio a proiettare dei video girati nei prontosoccorsi del venerdì sera in riviera. Poi ci sarebbe un discorso troppo lungo da fare sul significato oggettivo di probabilità... Il fatto che la probabilità di fare 6 con un dado è 1/6 ha il significato oggettivo che facendo ad esempio cento serie di mille lanci ciascuna troveremmo che nella maggior parte di esse la percentuale di 6 è vicina a 1/6. Ma quando la probabilità è di 1 su un milione? Solo il banco, che riceve centinaia di milioni di giocate, può dare un significato oggettivo a questa probabilità e prevedere con buona approssimazione il numero medio di vincite. Ma per chi gioca solo una, dieci o cento volte, qual è il significato oggettivo dell'affermazione che la probabilità di vincita è di 1 su un milione? Se tu invece di una, dieci o cento volte avessi giocato milioni di volte... Ops! Attenti a non volerlo spiegare a uno che ha appena vinto!! ;)
P.S: Io gioco un euro a settimana su una cinquina secca. La vincita minima garantita è di 6 milioni di euro. Il gioco non è certamente equo, ma tu dimostrami con logica ferrea che non mi conviene giocare. Persino Pascal mi darebbe ragione, perché la posta è praticamente infinita rispetto a ciò che rischio!

prof. Apotema ha detto...

La questione del gioco equo interverrebbe solo se giocassi un numero enorme di volte. Allora sì che avrei la certezza di rovinarmi nell'eternità! Ma se giocherò un euro a settimana non mi rovinerò mai nella mia vita mortale e, allo stesso tempo, se mai dovessi vincere... me ne fregherei altamente del fatto che il gioco non ero equo e mi sarebbe spettato di più! La malattia del gioco è un'altra cosa... è appunto una malattia. E le malattie non si guariscono coi ragionamenti.

zar ha detto...

Su questo sono d'accordo, giocare un euro a settimana non la considererei malattia per il gioco d'azzardo. E, se ti diverte, perché non dovresti giocare? Non è peggio che bere un caffè o comprarsi un fumetto da leggere.

Ma non pensi che sia utile far conoscere come funziona il gioco d'azzardo, spiegare come fa il banco a vincere, spiegare cosa sia la cosiddetta rovina del giocatore? (In questo libro il medico spiega anche cosa succede nella mente di chi si ammala, per completezza)

prof. Apotema ha detto...

Matematica e gioco d'azzardo è un binomio azzeccatissimo, perché questa è la vera origine del
calcolo delle probabilità. Riguardo alla "malattia" del gioco penso però che abbia esattamente la stessa utilità dell'uso delle leggi della dinamica di Newton per spiegare che cosa accade in uno scontro frontale a 200 km/h. Cosa ci sia nella mente dei giovani che si cimentano in gare sconsiderate di velocità o in giochi "azzardati" proprio con l'intento di rischiare la vita è tutta un'altra cosa, che nulla o quasi ha a che vedere con la prima. Tutto qua. Confesso poi c'è sotto una questione personale. Dopo un anno di insegnamento di statistica all'ITIS in cui avevo dedicato un sacco di tempo a far capire la convergenza in probabilità e quindi della Legge dei grandi numeri, a una manifestazione rivolta a gli studenti sui giochi d'azzardo è stata data una versione completamente errata di questo teorema, spacciandola per buona. Tipo: al crescere del numero dei lanci di una moneta la percentuale di teste tende a 1/2. lim n->+oo teste/lanci?1/2. Falso!!!!

Antonio ha detto...

Per capire: dove starebbe l'errore? Nel non aver specificato "regolare" a moneta?